Dove tutto ebbe inizio

I luoghi che abbiamo visitato in questo post, sono collocati in una delle zone più antiche della capitale dal punto di vista storico – archeologico, e si trovano precisamente all’incrocio tra l’odierna via Petroselli e il vico Jugario, ai piedi del Campidoglio. Qui ci troviamo dentro la storia e in mezzo a moltissimi templi, siti e monumenti costruiti la maggior parte di essi, tra la fine del VII° e l’inizio del VI° secolo a.C.

Distanza Totale: 6 Km

Dislivello: 148 mt

Tempo complessivo: 1 h: 56 min

Tipologia giro: ad anello

Partenza: Circo Massimo

Per nominarne solo qualcuno degno di nota, l’arcaico sito archeologico, scoperto nel 1937, nei pressi della chiesa di Sant’Omobono, in cui sono state ritrovate statuine e suppellettili antichissime, della Roma arcaica e pre-repubblicana, come il tempio di Fortuna e il tempio di Mater Matuta, poi i templi, perfettamente conservati, di Ercole vincitore e di Portuno, poco distanti dall’area omonima e che appartengono però ad un’epoca più tarda, quella repubblicana del II° secolo a.C.  Ne parleremo più approfonditamente in altri articoli.

Un giro breve, dunque, nulla d’impegnativo per le gambe e la fatica del camminare. Una passeggiata che è valsa la pena di fare soprattutto per i significati che quel luogo riveste per tutti gli appassionati di storia romana.

Perché abbiamo scelto il titolo, “Dove tutto ebbe inizio”? Secondo la leggenda, proprio in questi luoghi, i due fratelli mitici, Romolo e Remo sono cresciuti, perché giunti a bordo di una cesta di vimini e qui successivamente allevati prima da una lupa selvatica e poi da una famiglia di pastori. Il luogo in questione era soggetto a frequenti allagamenti delle acque del Tevere ed era più basso rispetto all’attuale piano stradale. Solo dopo la fine del VI° secolo, al tempo del re Tarquinio Prisco, quando venne costruita la cloaca massima, quelle zone vennero prima bonificate e poi protette dalle acque. Nel frattempo Romolo aveva già fondato la città, costruito il recinto sacro, il pomerium e commesso il tremendo fratricidio che gli avrebbe consentito secondo il destino, di essere l’unico re della città e di governarla.

IL PERCORSO – Siamo partiti dalla fermata della metro B Circo Massimo in un giorno d’inverno e di prima mattina, poi da lì dritti fino alla piazza della basilica di Santa Maria in Cosmedin e al Foro Boario. Ancora non ci sono i turisti in fila fuori la basilica, per godersi lo spettacolo godereccio della bocca che fa finta di mangiare le mani a chi gliela infila dentro. Abbiamo molto tempo a disposizione per girare. Insieme a me c’è il professor Finocchi Armando, collega e amico, docente d’italiano dell’istituto di formazione Rosmini.

L’escursione che abbiamo in mente di fare non è un giro ad anello.

COSE DA VEDERE – Lungo il percorso ci sono un’infinità di siti e monumenti archeologici: il Circo Massimo, luogo della nostra partenza, la piazza della basilica di Santa Maria in Cosmedin, il Foro Boario, la chiesa romanica di San Giorgio in Velabro con l’adiacente e stupendo arco degli argentari, la piazzetta antistante la Cloaca massima, poi in salita, via San Teodoro, raggiungiamo in fondo la balconata che dà sul foro romano e tu qui ti devi per forza fermare, guardare sotto e cercare di riconoscere i vari monumenti e luoghi della repubblica e dell’impero; non puoi non riconoscere sullo sfondo le quattro colonne e quel che rimane del tempio di Saturno, sede dell’erario nell’antica Roma; da qui, sempre in salita, per la via tarpea, raggiungiamo la piazza del Campidoglio.

PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO – La piazza, commissionata dal papa Paolo III nel XVI sec. a Michelangelo Buonarroti, ti dice di fermarti, pensare e guardare tutto quello che puoi da tante prospettive. Vicino a te ci sono le porte dei musei capitolini che ancora non aprono i battenti a tutti i turisti del mondo. Una volta che ti sei deciso, lo so è dura muoversi, scendiamo le scale larghissime della cordonata, difesa, ai suoi lati dalle gigantesche statue dei dioscuri, Castore e Polluce;

VERSO I FORI IMPERIALI – giriamo a destra e raggiungiamo Piazza Venezia e quasi metaforicamente sfioriamo con una spalla, sul lato destro, l’altare della patria. Da qui lo sguardo si apre su una prospettiva talmente ampia e profonda che in qualsiasi situazione di luce ti trovi tu guardi in fondo la sagoma immortale del Colosseo e ai lati i fori imperiali, di Augusto e di tutta la città eterna. Inevitabilmente la via la percorri tutta, non ne puoi fare a meno e se anche vorresti non vuoi prendere nessuna scorciatoia per nessuna ragione al mondo! In fondo alla strada e ai piedi dell’anfiteatro Flavio siamo arrivati alla fermata della metro che ci riporta alla macchina e poi a casa.

CONSIDERAZIONI….. – Boh, non lo so se riesco a trovare le parole giuste, le vocali e le consonanti che insieme formano una frase. Tuttavia mi devo fermare per forza, anche quei pochi pensieri che mi sono rimasti, perché devo rovistare nelle mie tasche per trovare il biglietto e allora solo adesso rivedo a ritroso il percorso che si è appena concluso, pieno di monumenti e templi, chiese di una inenarrabile bellezza. Vorremmo raccontarvi molte più cose in questo articolo, decisamente, cercare di farvi avvicinare con le lettere del testo, ai templi e alle aree archeologiche che abbiamo visto, ma con tutta la buona volontà e la passione che abbiamo, non riusciremmo mai a farlo.

Tempio d’Ercole

Tempio di Portunus

Noi abbiamo visto tutto questo con gli occhi dei viaggiatori appassionati, di coloro che sanno guardare oltre ogni immaginabile realtà.

Saluti e buon cammino.

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