Tra storia e leggenda – Romolo e Remo

Fra le figure leggendarie più importanti che hanno legato gli eventi della nascita della città eterna, ci sono i due gemelli, Romolo e Remo. Essi erano destinati a non morire per il momento dentro le acque del Tevere. Furono salvati dal servo che con un gesto di pietà mise i due gemelli dentro una cesta e fatti galleggiare sulle acque del fiume. Da qui gli eventi si dipanano tra un misto di leggenda e realtà, a seconda della tipologia particolare che avranno gli eventi che seguiranno. Gli eventi leggendari in primis hanno come sfondo un paesaggio in cui le acque del Tevere sono basse e in prossimità della riva (la palude del Velabro, situata tra i colli Palatino e Campidoglio, in un luogo chiamato Germalus) si trova in una caverna (lupercale) in cui vi abita una lupa affamata e un picchio (animali sacri ad Ares- Marte), una spiaggetta in cui c’è un fico che si piegava fino a terra (il fico ruminale o Romularis). Nella realtà dei fatti storici, può essere, che invece un pastore di nome Faustolo trova la culla con i gemelli abbandonati, in una zona in cui le acque sono veramente basse e paludose e poco distanti si trovano le capanne del villaggio dei pastori. Raccolta la culla, Faustolo la porta dalla sua amante Acca Larenzia, la quale aveva da poco perso un figlio e quindi era in grado di allattarli e che era soprannominata “la lupa”, per via del suo antico mestiere di prostituta. Il pastore Faustolo (porcaro di Amulio), insieme alla moglie Acca Larenzia, li cresce come suoi figli. Una volta divenuti adulti e conosciuta la propria origine, hanno poco più di diciotto anni, Romolo e Remo fanno ritorno ad Alba Longa, uccidono Amulio e rimettono sul trono il nonno Numitore.

Fondazione della città

Portata a termine la vendetta, i gemelli fanno ritorno nel luogo in cui fu ritrovata la cesta, precisamente sulla riva sinistra del Tevere, fra il colle Palatino e il Germalus e vi fondano una città per celebrare il loro salvataggio. Il nonno Numitore li aiutò fornendo loro viveri e bestiame da lavoro. I due fratelli però non vanno subito d’accordo, anzi sono tali e quali ai loro nonni. Non riescono neanche a mettersi d’accordo sul nome da dare alla città. Romolo la vuole chiamare Roma, Remo propendeva per Remuria, ispirandosi tutti e due ai propri nomi.

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